Mi sono laureato (con un paio di anni di ritardo) in Giurisprudenza a Firenze. Mi mantenevo con occupazioni sporadiche e saltuarie: venditore di corsi di informatica al telefono, ricevitore di scommesse ippiche… e soprattutto con i soldi che mi passavano i miei genitori. Mi piaceva (e mi piace) viaggiare, fare tardi la sera e ragionare di massimi sistemi con qualche pinta nella stomaco.

Dopo la tesi ho attraversato la Cina in treno e ho visitato la Corea del Nord perché volevo vedere con i miei occhi uno stato totalitario in funzione. Ovviamente sono dovuto andare da solo perché i miei amici dopo avermi dato del bischero erano andati tutti al mare in Croazia.

Al mio ritorno babbo e mamma hanno tagliato i fondi e preteso (almeno) che lavorassi seriamente per l’azienda di famiglia. Ho girato il mondo, fatto fiere un po’ ovunque e qualche volta sono stato anche bravo.

Parlo inglese (anche se non così bene come vorrei), me la cavo col tedesco (soprattutto da quando ho sposato una ragazza di Amburgo) e per breve tempo ho aperto una casa editrice, dove ho sfogato la mia morbosa passione per la letteratura e i pochi risparmi che avevo in banca.

Adesso ho due figli, ai quali vorrei soprattutto insegnare che l’importante è essere sempre onesti con se stessi, anche se a volte è difficile e fa male.

Sono amministratore di una azienda tessile, la Busatti srl, quindi mi alzo presto e lavoro molto, spesso anche il fine settimana, ma mi diverto come quando facevo tardi ai tempi dell’Università e tornavo a casa barcollando (comunque gli aperitivi “tosti” li faccio anche adesso).

Alla fin fine penso di essere stato fortunato, ma anche bravo. Perché sono sereno, e la fortuna non è sufficiente per essere sereni, si deve avere anche un piano.

I miei collaboratori sono persone positive e propositive, molte delle belle cose che facciamo qua alla Busatti partono da loro idee. Ci facciamo il culo, ma ridiamo anche parecchio. E, cosa molto importante, festeggiamo le vittorie che conseguiamo assieme. Siamo un bel team perché ci sforziamo di esserlo: confrontandoci, impegnandoci in una formazione continua in aula e online, e organizzando ogni tanto incontri con uno psicologo aziendale.