Carlo Mazzone - Smart Future Academy

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Carlo Mazzone

Professore e finalista del Global Teacher Prize

Chi è Carlo Mazzone?

Originario di Benevento, è tra i 10 finalisti del prestigioso Global Teacher Prize. Non era mai successo che un italiano fosse selezionato tra più di 12mila candidature provenienti da oltre 140 Paesi

Carlo Mazzone ha 56 anni, è nato a Ceppadoni in provincia di Benevento, un comune di 3mila abitanti, in collina. «Vivo ancora qua», racconta. «Ho impegnato molte delle mie energie per rimanere nel mio territorio». Lavorare al sud, nella sua terra, è sempre stato il suo sogno. Dopo la laurea in scienze informatiche conseguita all’università degli studi di Salerno quando aveva 27 anni, inizia a lavorare in azienda come programmatore software. «Nel 2000», ricorda, «faccio il concorso per insegnare e poi quasi me ne dimentico. Nel 2004 arriva la prima richiesta e mi lancio nell’avventura con una missione precisa: fare le cose in maniera diversa, la scuola è una fonte di speranza assoluta per il futuro, un baluardo della società. Dovrebbe essere attenzionata al massimo delle possibilità».

Mazzone insegna informatica, e dopo diverse esperienze, sette anni fa approda all’istituto tecnico industriale Lucarelli. «Qui», continua, «do il meglio di me. È un istituto ad indirizzo prettamente informatico, e se ho ottenuto la nomination al Global Teacher Price lo devo soprattutto alla possibilità che ho avuto qui di fare, immaginare e creare una scuola diversa. Prima di tutto ho portato il concetto di imprenditorialità nel mio modello di insegnamento, le iniziative che nascono a scuola possono diventare alberi robusti».

Mazzone fa lavorare i suoi studenti in gruppi di 3 persone, ogni gruppo sceglie il suo responsabile, il team leader, che si interfaccia con il committente. «Il committente sono io», sorride, «il professore». Tutti i team si dotano di un brand aziendale e realizza un progetto. «Un videogioco, un’applicazione web o mobile», spiega Carlo Mazzone. «I ragazzi, quando chiedi loro di fare qualcosa che piace, qualcosa che davvero ritengono utile, si illuminano, si divertono. Solo loro che ti chiedono le cose e non ti considerano più “quello che mette i voti” ma “quello che gli può dare una mano”. Si inverte il paradigma docente/alunno, non sei qualcuno da cui fuggire ma un punto di riferimento a cui affidarsi. La scuola deve uscire dai banchi ed entrare nel mondo reale».

Data aggiornamento curriculum: 15 dicembre 2020