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03 Dicembre 2020 - Ufficio Stampa
La diversità

Come reagiamo quando vediamo qualcosa diverso da noi?

Sentiamo parlare molto spesso di diversità e di inclusione. Potrebbe essere normale chiedersi come mai proprio in questo periodo dove i confini sono stati abbattuti dal digitale, dove i viaggi in altri luoghi sono alla portata di molti  e dove le aziende sono popolate da persone di cultura diversa ci troviamo a discutere di diversità e di inclusione. Soprattutto potrebbe sorgere spontanea la domanda di come mai diversità e inclusione viaggino, nella comunicazione, mano nella mano, come amici inseparabili. 

Il cuore del tema è proprio in questo binomio. Secondo la Treccani diversità (dal latino diversĭtas –atis) è l’esser diverso, non uguale né simile: dd’aspettodi coloreddi opinionidi gustid. biologicaCome reagiamo quando vediamo qualcosa diverso da noi? Ci avviciniamo, lo accogliamo, lo comprendiamo o d’istinto ci allontaniamo e lo giudichiamo

La nostra prima reazione è il sospetto a cui può seguire il giudizio o la curiosità. Ed è proprio nel momento di cui ci troviamo a “scegliere” tra giudizio o curiosità che decidiamo, spesso inconsapevolmente, di essere respingenti o accoglienti, di vedere la diversità come elemento di separazione o di inclusione. Spesso è una reazione istintiva che il nostro cervello “agisce” inconsapevolmente. Le sue origini pescano dalle convinzioni con le quali siamo cresciuti, hanno radici in convinzioni antiche. Probabilmente abbiamo sempre fatto così, guardando con diffidenza la persona diversa da noi e quindi il nostro cervello ha registrato questa reazione e la mette in campo ogni volta che si trova di fronte al diverso: non c’è colpa, c’è solo consapevolezza. Pablo Picasso diceva “Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l’occasione per comprendere.”
Se avendo consapevolezza della nostra reazione istintiva provassimo ad agire la curiosità in sostituzione al giudizio potremmo vedere quanta ricchezza c’è nella diversità, quanta bellezza, quale patrimonio ci aspetta nell’essere inclusivi. È la nostra mente che crea il sistema attorno a noi che ci aiuta a scegliere. Abbiamo il potere di creare ciò che desideriamo che va oltre noi stessi, la nostra famiglia, la nostra scuola. Le menti creano la società, disegnano il futuro, promuovono le evoluzioni possibili, le menti scelgono il cambiamento e agiscono per attuarlo. Ognuno di noi parte da se stesso, con consapevolezza, con autenticità, per portare il proprio contributo, ognuno sceglie per sé e la decisione impatta su tutto il sistema che abita. Possiamo scegliere di abbracciare la diversità ed essere inclusivi non a parole ma nei fatti, perché è dall’esempio che si impara, dalle azioni si apprende
Maggiore sarà il nostro sforzo per essere davvero inclusivi maggiore sarà la ricompensa, non solo per noi ma per i nostri team le nostre famiglie e le nostre comunità 

Tiziano Terzani ha dichiarato “Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.”

Il vero cambiamento siamo tutti noi e avviene non solo agendo sui comportamenti e i pregiudizi
ma andando a scardinare gli stereotipi attraverso la cultura. Possiamo impegnarci già da oggi ad alimentare la cultura dell’inclusione. Io e la mia azienda lo facciamo ogni giorno, questo è un nostro impegno concreto 

di Stefania Bollati