Da bambina guardavo Piero Angela e i documentari su Jane Goodall e immaginavo la mia vita tra microscopi, scimmie e scoperte. Crescendo, tra biologhe in famiglia, coleotteri sotto spirito, un padre che ripeteva “chi esce riesce” e una mamma euro-entusiasta, ho capito presto che volevo fare la scienziata: viaggiare, uscire dagli schemi, vivere l’Europa e un giorno tornare in Italia.

Chi intraprende una carriera scientifica non sceglie solo un lavoro: sceglie un’avventura. Il dottorato è un’altalena di fallimenti ed entusiasmi, di notti insonni e “eureka” improvvisi. È vivere ore in una stanza buia piena di colori invisibili, sentirsi sconfitti e poi pionieri. È parlare nuove lingue, conoscere il mondo, essere pagati per studiare e per raccontare ciò che si scopre.

La scienza è una rivoluzione quotidiana: ci abitua al dubbio, ci educa al coraggio, ci regala momenti impagabili. Come quello in cui guardi i tuoi risultati e capisci che, per un attimo, sei l’unica persona al mondo a sapere qualcosa di nuovo.

Ed è lì, in quell’istante, che ricordi perché hai iniziato.

– Valentina Perrera, PhD, Ricercatrice Biotecnologa