Ciao ragazzi,
mi chiamo Marta, e nella vita ho fatto tante cose diverse… ma tutte, in un modo o nell’altro, hanno avuto un filo rosso: le persone. Ascoltarle, metterle in connessione, aiutarle a trovare la loro strada.
Per molti anni ho lavorato all’interno delle istituzioni, in particolare al Parlamento Europeo.
Quando lo raccontavo, molti mi dicevano: “Wow, dev’essere un mondo lontano”.
La verità? Non è lontano, a meno che non lo lasciamo diventare tale.
Il mio lavoro lì era proprio questo: creare ponti.
Ponti tra i cittadini e chi li rappresenta, tra i territori e l’Europa, tra i bisogni delle persone e le decisioni politiche.
Ho imparato che le istituzioni funzionano davvero solo quando sanno ascoltare, quando si lasciano avvicinare, quando si fanno capire.
Con il passare degli anni ho scelto di dedicare sempre più energie ai giovani e al loro talento.
Con il progetto Io Sono Futuro accompagniamo i ragazzi fuori dalla loro “zona conosciuta”, li portiamo a confrontarsi con realtà internazionali, nuove visioni e sfide globali.
A ottobre, grazie a Fondazione Della Frera ETS, di cui sono attualmente Direttore Generale, abbiamo vissuto qualcosa di speciale: la missione a Expo Osaka 2025.
Per molti studenti è stata la prima volta dall’altra parte del mondo.
Li ho osservati mentre presentavano le loro idee a imprenditori, scienziati, architetti, visionari. C’era chi, come il team di RoseBio, ha immaginato una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale per rivoluzionare la diagnostica medica, rendendola più veloce e accessibile. Altri, come i fondatori di FAST, raccontavano la loro visione di un futuro tra le stelle, con micro-shuttle spaziali capaci di rendere più semplice e sostenibile l’accesso all’orbita bassa. E poi c’era chi, come i ragazzi di Efeso, ha portato un’idea ambiziosa: un microchip avanzato per applicazioni predittive in campo ambientale e sociale, capace di unire tecnologia e attenzione alla persona.
Tutte idee nate da una domanda gigante: come possiamo affrontare una delle grandi sfide del Pianeta?
E sapete una cosa?
Quando i giovani vengono chiamati ad affrontare grandi sfide, lo fanno davvero.
Non si tirano indietro, non si spaventano: si accendono.
Per questo credo così tanto nelle esperienze internazionali e nei progetti che li spingono a pensare in grande: ti aprono la mente, e soprattutto ti fanno capire che l’orientamento non è solo scegliere il proprio futuro, ma è chiedersi come il nostro lavoro — qualunque esso sia — possa rendere il mondo un posto migliore.
Quest’anno ho fatto parte del Comitato Promotore di Orienta Talenti, un progetto straordinario che si è svolto a MIND, il nuovo polo tecnologico di Milano, il 6 e 7 novembre.
Abbiamo incontrato 16.000 studenti, sedicimila storie, domande, dubbi, speranze.
Orienta Talenti non è “orientamento scolastico” come lo conoscete.
È uno spazio dove i ragazzi possono scoprire nuove professioni — anche quelle che ancora non trovate sui libri — capire cosa chiede oggi il mondo del lavoro e fare domande vere, senza imbarazzo.
Ma soprattutto provare a capire chi sono davvero.
A me ha colpito una cosa: quando dai ai giovani la possibilità di esplorare, loro esplorano davvero.
Non vogliono solo “scegliere una scuola”: vogliono trovare il loro posto nel mondo.
Ho scelto di partecipare a Smart Future Academy perché credo moltissimo nel valore delle storie.
Una storia può aprire una porta che nemmeno sapevi esistesse.
E perché penso che l’orientamento non sia dire ai giovani cosa devono fare… ma aiutarli a riconoscere ciò che sentono dentro.
Vi lascio con questo pensiero:
restare fedeli ai vostri sogni è la bussola che vi guiderà sempre, anche quando il percorso sembrerà confuso.
Non vedo l’ora di incontrarvi, ascoltarvi e magari — perché no — aiutarvi ad accendere quella scintilla che cambia tutto.
A presto,
Marta

– Marta Ferrari, Direttore Generale Fondazione Della Frera e promotore di Orienta Talenti